Il più famoso, riuscito e visto, degli oltre 500 film di Georges Méliès è senz’altro Il viaggio nella Luna del 1902. Questo cortometraggio di 14 minuti è il precursore dei film di fantascienza come Flash Gordon (1936), Uomini sulla luna (1950), 2001: Odissea nello spazio (1968) e Guerre Stellari (1977).

Alla conquista dello spazio
Il tema del viaggio nello spazio e le modalità di esecuzione (i maturi astronomi che salgono sul proiettile-navicella sparato da un cannone) si ispirano al romanzo di Jules Verne del 1865 Dalla Terra alla luna, da cui è stato tratto anche un film del 1958. Il paesaggio lunare, col suo sottobosco di funghi giganti popolato da strani esseri saltellanti mezzo uomini e mezzo insetti con la testa da uccello e la corte del re dei Seleniti rimandano, invece, alle atmosfere descritte ne I primi uomini sulla luna di H. G. Wells del 1901, adattato per il grande schermo nel 1919 e nel 1964. Come tutti i film di Méliès, anche Le voyage dans la lune è permeato di quella violenza un po’ naif che consente agli esploratori di far fuori allegramente qualche indigeno e il Gran Lunare, ma non mancano note di sarcasmo. La luna è un faccione impiastricciato, che lacrima per il razzo conficcato in un occhio, è un mondo magico e primitivo. Una volta sbarcati, gli esploratori si accampano e vedono scorrere il cosmo sulle loro teste come fosse un numero da baraccone, con le sette stelle dell’Orsa Maggiore che incorniciano il viso di altrettante fanciulle. Gli effetti speciali si mescolano a trovate ambiziose, animazioni di cartone e scenari teatrali movimentati con grande perizia tecnica.
Scene chiave
Sono 5 le scene che meritano di essere ricordate.
Il trofeo: la capsula fa ritorno sulla Terra con un Selenita aggrappato, cade in mare e viene rimorchiata fino a riva. Durante i festeggiamenti, l’alieno è obbligato a danzare per il pubblico di curiosi, come accadeva agli indigeni portati in Europa con le navi degli esploratori.
Un lancio “belle époque”: una schiera di ballerine della Folies Bergère vestite alla marinaretta carica il proiettile-navicella nel canone gigante che lo sparerà verso la Luna. I fondali, compresi i tetti delle case, erano tutti dipinti.
L’allunaggio: dopo il rocambolesco allunaggio, gli astronauti sbarcati sul satellite iniziano ad esplorare il misterioso paesaggio lunare. La drammaticità del momento viene sottolineata dall’inversione della prospettiva nell’inquadratura seguente.
Notturno lunare: al calar della sera, la terra prende il posto della Luna in cielo. Sono gli stessi astronauti, con le braccia tese e i capelli alzati, ad attirare lo sguardo dello spettatore verso questo rovesciamento dei ruoli.
Gli alieni: basta colpirli con un ombrello e i Seleniti svaniscono in una nuvola di fumo.
Il regista
George Méliès nasce nel 1861. Riscuote grande successo come illusionista sulla scena parigina, dove è tra i fondatori del Théâtre Robert-Houdin. I suoi esordi in cinematografia sono brevi filmati nello stile dei Lumière, ma ben presto comprende le potenzialità della macchina da presa per i suoi giochi di magia, dando vita a trasformazioni e sparizioni. In pratica, inventa gli effetti speciali. Dal 1902 realizza film più complessi con quadri ricchi di effetti speciali collegati tra loro da trame più articolate. I suoi ultimi viaggi fantastici hanno però poco successo. Nel 1913 dichiara bancarotta e si ritira dalle scene, ma i surrealisti vedono in lui un maestro. Nel 1931 riceve la Legion d’Onore.
