Nel settembre 1970 debuttava in Italia la produzione che ha consacrato l’eroina caratterizzata dalle sue inimitabili trecce arancioni creata nel 1945 dalla scrittrice Astrid Lindgren. Un’intera generazione cresciuta a pane e Pippi Calzelunghe, che ancora oggi non può far altro che canticchiare l’iconica sigla “Ecco sono qui”. So che lo stai facendo!

L’universo di Pippi
La scrittrice svedese Astrid Lindgren creò il personaggio di Pippilotta Pasanella Tapparella Succiamenta Calzelunghe, detta Pippi, ovvero una bimba dalle strambe treccine a mezz’aria sui vivaci capelli arancioni, in possesso di una forza sovrumana. Vive da sola in una casa coloratissima, Villa Villekulla, dove a farle compagnia ci sono un cavallo bianco a pois neri chiamato Zietto e una scimmietta di nome Signor Nilsson. Ha anche due migliori amici, i vicini di casa Tommy e Annika, la cui ordinaria vita da bambini è messa a soqquadro. Il volume ha avuto una fortuna straordinaria con oltre 65 milioni di copie vendute nel mondo e la traduzione in 96 lingue.
Pippi e la sua funzione educativa
Secondo alcuni studiosi, Lindgren costruì il personaggio ispirandosi alle teorie pedagogiche degli anni ‘30, fra cui quelle di A.S. Neill e Bertrand Russell, che proponevano un modello di educazione più libero e adeguato all’istinto creativo dei bambini stessi. Non mancarono le ispirazioni letterarie, come Alice nel paese delle meraviglie o Anna dai capelli rossi. L’indole pacifista di Pippi fu sicuramente anche influenzata dal periodo storico, ovvero la fine della Seconda guerra mondiale e la voglia di serenità.
Solo 13 episodi
Pippi Calzelunghe ottenne ulteriore successo e venne consacrata in modo definitivo anche negli Stati Uniti quando, a partire dal 1969, venne realizzato l’adattamento televisivo. Svezia e Germania furono i Paesi che collaborarono alla produzione della serie, per poi essere girata nella città di Visby, nell’isola svedese del Gotland. La serie tv permise di fissare nell’immaginario collettivo la figura di questa ragazzina fuori dal comune che, grazie a effetti speciali non usuali per l’epoca, sollevava cavalli e stendeva i panni sotto la pioggia battente. Il merito sicuramente è anche di Inger Nilsson, attrice bambina, allora aveva dieci anni, che riuscì ad incarnare appieno l’aspetto sbarazzino e il carattere anticonvenzionale della protagonista. La serie sembra aver accompagnato tantissimi anni della nostra infanzia, infatti potrebbe sembrarvi strano sapere che gli episodi furono solo 13.
Da antieducativa a femminista
Sicuramente la complessità del personaggio di Pippi Calzelunghe portò le persone a polarizzarsi, come succede sempre quando ci si trova davanti a delle figure così sovversive. Una bambina che cresce da sola, totalmente estranea alle regole collettive, fu un duro colpo per la puritana Svezia di quegli anni. Totalmente in disaccordo chi la considerò e la considera ancora un esempio di femminismo, figura sempre pronta a sfidare oppressione e pregiudizio.
