«Giornata ideale per un esorcismo»
Il bene e il male: la più grande dicotomia del mondo. Due facce della stessa medaglia che è la vita, destinate a rivaleggiare per sempre. E se dovesse mai esistere Dio, allora dovrebbe esistere anche il Diavolo, il suo più grande nemico, entrambi destinati a contendersi in una lotta senza precedenti l’essere umano, l’unico in grado di vivere questa battaglia interiore tra bene e male. Ma per fortuna Dio ha a disposizione sulla Terra un aiutante sempre pronto ad estirpare il maligno dall’animo umano. L’Esorcista, pietra miliare assoluta del genere horror, uscì per la prima volta in Italia il 20 settembre 1974, esattamente 50 anni fa. Da lì in poi l’orrore divenne storia del cinema.

Trama
Una ragazza dodicenne di nome Regan viene impossessata dal Diavolo, ma le alterazioni e i cambiamenti della giovane spingono la madre Chris e i medici a sospettare di un’infermità mentale. Dal momento che le cure non funzionano e la “malattia” della ragazza progredisce sempre di più, viene chiamato in causa Padre Karras, nel tentativo di capire se la giovane Regan sia davvero vittima di una possessione demoniaca, e se è necessario compiere un esorcismo.
La scienza e la religione, due valori agli antipodi
L’Esorcista non pone solo in contrasto il bene e il male, ma mette in evidenza anche le differenze fra la scienza e la religione, due valori anch’essi in lotta fra loro. Questa dicotomia viene rappresentata nel film attraverso il trattamento della malattia che affligge Regan. Dapprima si sospetta che la ragazza abbia problemi mentali per via del suo comportamento violento, e allora vengono svolti gli esami medici di routine. Dovrebbe essere tutto risolvibile: d’altronde la scienza è capace di tutto, basta solo avere delle “prove”. Ma gli esiti sono tutti negativi: Regan non è malata, e la scienza non può fare niente perché ha sancito che è sana. Ma allora perché la ragazza continua a dare segnali di instabilità? C’è qualcosa di più, che non può essere dimostrata, ma bisogna lasciarsi suggestionare dal potere della religione, una credenza alla quale non si dà molta fiducia perché non dimostrabile, anzi, per molti inesistente. L’Esorcista cambia le carte in tavola, dimostrando che anche la religione può compiere i suoi miracoli, dipende dalla malattia della quale si soffre. E Regan soffre di una malattia che nessun medico o scienziato potrà mai guarire: il male è dentro la sua anima.
Il fallimento dell’opera di Dio
Riprendendo la famosa frase del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche nella sua opera La gaia scienza: “Dio è morto”. Almeno questo è quello che verrebbe da pensare fino al finale. Sembra infatti che la bontà divina sia completamente sparita dalla Terra, dal momento che Regan soffre e non viene aiutata dal nostro Dio. Nel film è tutto così cupo, così negativo, così maledettamente pessimistico, dove non ci può essere spazio per il bene. Ma se a essere visivamente afflitta è la ragazza, la sua malattia è traslabile a tutta la società, specchio dell’attività possessiva del Diavolo stesso su Regan. La civiltà contemporanea secondo l’Esorcista è malvagia e soprattutto non crede nel bene, e se a farne le spese sono i più fragili, come un’innocente ragazzina (finita impossessata per via dei rapporti tesi fra i suoi genitori) vuol dire che l’opera di Dio ha smesso di albergare nel cuore degli uomini.
Come l’Esorcista ha cambiato il cinema horror
Fin dall’uscita al cinema de l’Esorcista, il cinema horror era stato sempre considerato un genere cinematografico di Serie B ma con il film di William Friedkin il mondo dell’orrore viene finalmente nobilitato, come testimoniato dagli incassi record al botteghino e la vittoria agli Oscar nella categoria miglior sceneggiatura originale. Ma la rinascita del cinema horror la si deve soprattutto a livello visivo e narrativo. L’Esorcista fa veramente paura, e non per via di prevedibili jumpscares, o per la presenza di mostri computerizzati: la pellicola è un manuale d’uso perfetto per la costruzione della tensione, capace di coinvolgere lo spettatore fino all’ultimo istante e renderlo testimone dell’esorcismo al quale va incontro. Inoltre alcune sequenze sono entrate di diritto nell’immaginario collettivo: la discesa dalle scale di Regan impossessata e la masturbazione della ragazza con il Crocifisso rendono ancora insonni le notti di molte persone.
