Il 24 aprile è uscita su Netflix la quinta e ultima stagione della serie statunitense You. La serie thriller psicologica – basata sull’omonimo romanzo e sul suo seguito Hidden Bodies, scritti da Caroline Kepnes – giunge al termine con dieci intensi episodi rilasciati sulla piattaforma.
Il protagonista Joe Goldberg, interpretato da Penn Badgley – noto per il suo celebre ruolo nella serie Gossip Girl – nella prima stagione è il direttore di una libreria di New York, la Mooney’s. È un uomo tranquillo e gentile, ma solo all’apparenza: la sua natura ossessiva verso le donne di cui si innamora emerge presto e nel corso delle stagioni assistiamo ai vari atti violenti ed estremi che caratterizzano il suo personaggio.
Ma ora, focalizziamoci sulla stagione d’epilogo di questa travagliata storia – e occhio allo spoiler nell’ultimo paragrafo!

Trama e ambientazione
Dopo aver vagato tra le città di Los Angeles, Madre Linda, Londra e Parigi, Joe torna simbolicamente a New York, dove tutto è cominciato. Ora è sposato con Kate Lockwood (interpretata da Charlotte Ritchie), un’imprenditrice milionaria con cui condivide una vita apparentemente stabile e rispettabile. Anche Kate è contraddistinta da un passato oscuro: insieme si sono promessi di “fare i buoni” e di prendersi cura del figlio di Joe e della sua precedente defunta moglie Love.
Ma la pace è solo una maschera. Tornato nella sua vecchia libreria Mooney’s – luogo simbolo della sua ossessione originaria in cui è presente la famosa “gabbia” –il suo lato oscuro non tarderà a riemergere. Un elemento cruciale è sicuramente l’ingresso di Bronte (Madeline Brewer), un’acuta e giovane donna che lavora con lui nella libreria. Bronte incarna perfettamente quel tipo di figura femminile che attiva i meccanismi di Joe: tornano i monologhi interiori tipici del personaggio in cui razionalizza azioni discutibili, convinto di avere motivazioni “giuste”.
Ma non è solo l’ossessione a tornare. Quando vecchie minacce legate al suo passato iniziano a riaffiorare – tra cui un’inchiesta che potrebbe ricollegarlo ad alcune delle morti delle stagioni precedenti – Joe torna a mentire, manipolare ed infine ad uccidere. La svolta è netta, ma costruita con pazienza: prima una bugia per proteggere Kate, poi un’azione ambigua per “tutelare” il figlio, infine un omicidio che viene presentato come inevitabile (e chiaramente non sarà l’unico).
L’interpretazione di Penn Badgley
Penn Badgley ha sicuramente donato un’interpretazione carismatica ed inquietante al suo personaggio ma non è stato così semplice come si possa pensare. L’attore ha vissuto il ruolo di Joe Goldberg con un misto di impegno professionale e disagio personale. Lontano dal romanticismo tossico che alcuni fan hanno erroneamente attribuito al personaggio, Penn ha sempre voluto mettere in evidenza la natura problematica di Joe, dichiarando in numerose interviste la sua posizione di non condividere la visione di Joe come un eroe “romantico” e invitando gli spettatori a non tifare per lui.
Penn ha ammesso di aver sentito il peso morale del ruolo, specialmente nelle scene più controverse. Con il passare delle stagioni, ha chiesto che alcune scene intime fossero ridotte o rimosse dichiarando di non voler contribuire alla normalizzazione del comportamento tossico o manipolativo, nemmeno sullo schermo.
Con la conclusione della serie, l’attore ha affermato di sentirsi sollevato, avendo vissuto l’oscurità di Joe per ben sette anni, e di volersi dedicare a ruoli più leggeri e positivi.
Il lascito della serie
You si conclude senza colpi di scena forzati: niente evasioni, nessuna morte spettacolare, nessuna redenzione. Joe Goldberg non muore, ma viene finalmente messo di fronte alla verità e alle conseguenze delle sue azioni.
Il finale è volutamente antiromantico, in linea con l’intento degli autori di demolire l’ambiguità morale che ha reso il personaggio così popolare e controverso. Nessuna mitizzazione del “cattivo affascinante”: resta un uomo solo, responsabile e malato.
Alla fine dei conti, questo finale porta anche a chiederci quanto il nostro sguardo sia stato complice dei suoi pensieri e delle sue azioni, mettendoci di fronte ad una verità espressa tramite la frase finale dell’ultima puntata: “forse il problema non sono io, forse sei tu”.
E tu, cosa ne pensi?
