Robert Benton: Il cineasta dallo sguardo discreto

In questo maggio 2025 restiamo orfani anche di Robert Benton, superbo sceneggiatore troppo spesso sottovalutato o addirittura quasi ignorato come regista. Si perché Benton ha subito un po’ la triste sorte che è toccata anche ad altri sceneggiatori di ferro passati dietro la macchina da presa, come Lawrence Kasdan, per citarne uno, (ovviamente con i dovuti paragoni). Autori relegati alla scrittura, al plot cartaceo e quindi considerati privi di un autentico stile registico.

Ma la grandezza del Benton cineasta, risiede nella giusta distanza applicata fra il proprio sguardo e il profilmico, prendendosi cura dei suoi interpreti, dei loro volti e dei loro dialoghi densissimi (a volte quasi teatrali), lasciandoli liberi nella loro azione performativa, ma al tempo stesso sapendoli controllare con estrema discrezione.

Quindi non un regista dallo stile piatto o addirittura privo di un’impronta riconoscibile, perché il suo tocco invisibile ma ben presente, si condensa con precisione all’interno di uno sguardo discreto e pieno di umiltà.

Una presenza invisibile nella New Hollywood

Nel segno del melodramma

Fra le tante sequenze resta scolpita nella mente quella dell’incidente al parco giochi, sottolineata da un montaggio sostenuto ma mai esibizionistico, chiudendosi con l’inquadratura del bambino ferito a terra, senza pietismi o forzature.

Un testamento stilistico-narrativo

Kramer contro Kramer

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