L’angelo della vendetta al Ritrovato di Bologna. Torna in nuova veste il capolavoro maledetto di Abel Ferrara

Pochi giorni fa è stato presentato in nuova veste (e in lingua originale) al Cinema Ritrovato di Bologna L’angelo della vendetta, capolavoro maledetto di Abel Ferrara. Il terzo lungometraggio del cineasta newyorkese, è stato restaurato in 4K da Arrow Films, presso i laboratori Warner Bros. Motion Picture Imaging e Resillion, partendo dal negativo originale in 35 mm.

Un’opera materica, impregnata di umori fetidi quasi ad ogni fotogramma, in grado di registrare la sporcizia fisica e morale che infestava New York nei primi anni Ottanta. Rilanciando il sexploitation (genere estremo di matrice sessuale) e il rape and revenge (film di stupro e vendetta), Ferrara compone un’opera oscena, dolente e grottesca, partendo dal modello scorsesiano di Taxi Driver ed estremizzandone la forma fino alla caricatura estrema.

MS. 45 (titolo originale) è un rigurgito furibondo di brevi sequenze shock, che raggiunge (attraverso il kitsch e il pornografico) la pura estasi mistica. Un film che non si dimentica facilmente e che incide indelebilmente lo sguardo anche a distanza di oltre quarant’anni.

Un thriller urbano sospeso tra genere e autorialità

Tutto il cinema di Abel Ferrara è intriso di senso di colpa, violenza, pornografia e misticismo, tutti elementi che puntualmente il cineasta mescola abilmente tra loro, alternandosi tra il prodotto d’autore e quello di genere, talvolta creando un compromesso linguistico tra le due forme.

MS. 45 trattiene ancora quell’estetica da cinema bis, ma la costruzione è sapientemente autoriale anche se in alcuni casi fu scambiato erroneamente per un prodotto rozzo.

L’osceno e il comico

Per un percorso mistico di cristologico dolore, fuori da qualsiasi femminismo

Pur essendo girato spesso in soggettiva, facendoci percepire la volgarità marcescente della società newyorkese attraverso lo sguardo smarrito di Thana, non c’è mai una presa di posizione, una facile demagogia di genere, come invece spesso accade nel cinema contemporaneo statunitense (Promising Young Woman ne è un esempio).

Lo spettatore, insieme a Thana, è un muto osservatore di questo coacervo di aberrazioni umane. La mascolinità è si tossica e mostruosa, ma anche alcune figure femminili sono dipinte come megere (la signora Nasoni e la barbona che inveisce).

L'angelo della vendetta

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