«C’è una linea sottile tra genio e follia», ma cosa succede quando la follia non risiede nel genio, quanto nelle persone e nel contesto in cui è stato costretto a vivere? Alan Turing sarebbe sicuramente stato in grado, senza troppi giri di parole, di rispondere a questa nostra domanda. Non ritenendo però consono il ricorrere ad una seduta spiritica, oggi ne faremo noi le veci, nella speranza di riuscire a restituire la voce non solo a lui, ma anche alla persona che non è mai liberamente riuscita ad essere.

Tra codici e spari
Padre della scienza informatica, anticipatore dell’IA e soprattutto asso nella manica degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Porta la sua firma il calcolatore che nel 1944 riuscì a decodificare i messaggi dell’esercito nazista, strumento che a conti fatti è servito non solo a sancire la vittoria della Gran Bretagna, ma anche a risparmiare la vita di milioni di esseri umani. Spogliandolo però della sua mente prodigiosa, non rimane altro che una persona la cui umanità è stata più volte snaturata. Di fronte ad un paese che considerava l’omosessualità un reato punibile dalla legge, il matematico si è ritrovato costretto a vivere una vita fatta di segreti e silenzi.
L’onore ritrovato
«Un uomo normale non ce l’avrebbe fatta. Questa mattina il treno è passato da una città che non esisterebbe se non fosse per te. Ho comprato il biglietto da un uomo che sarebbe morto se non fosse per te. Al lavoro mi documento su tante, tante ricerche scientifiche che esistono soltanto perché ci sei tu. E anche se tu avresti preferito essere normale, io sono felice che tu non lo sia. Il mondo è un posto infinitamente migliore perché tu non sei normale.»
Senza ovviamente tralasciare lo spessore della pellicola e la altrettanto magistrale interpretazione di Benedict Cumberbatch, The Imitation Game riesce perfettamente a ritrarre la complessità del personaggio di Turing e il capitale umano che da esso siamo in grado di attingere. Attraverso parole non dette ed emozioni soppresse, il film ci costringe a venire a patti con una realtà che spesso cerchiamo deliberatamente di non vedere: non importa quanto bravi possiamo essere, troveremo sempre qualcuno che proverà ad utilizzare le nostre differenze come pretesto per provare a farci sentire inadeguati, o non sufficientemente meritevoli.
«Si spera che il film faccia emergere quanto straordinario fosse come essere umano e quanto spaventoso sia stato il trattamento subito da parte del governo» disse (Benedict) (Cumberbatch) in un intervista e, a distanza di 112 anni dalla sua nascita, e a 10 dall’uscita del film, il desiderio dell’attore può fortunatamente considerarsi esaudito. Sfruttiamo dunque questo momento per invitarvi a ricordare con noi la grandezza di questo personaggio e, in caso la sua storia vi avesse suscitato curiosità, di far partire lo streaming di The Imitation Game dal vostro account Prime Video.
«A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare».
