Come ogni volta, al termine di una stagione di Bridgerton, non possiamo far altro che domandarci “ma quando esce la prossima?”. Feste e scandali di corte sono purtroppo un po’ come le ciliegie: l’una tira l’altra. Vi capiamo dunque se, anche voi, vi siete ritrovati nella condizione di non poterne più fare a meno. Per fortuna qui non c’è da preoccuparsi. In questo articolo, infatti, potrete trovare una lista di serie e film perfetti per ingannare l’attesa, e soprattutto per non rischiare di rimanere in carenza di “DRAMA”.

The Buccaneers (2023-in corso)
Serie televisiva statunitense che narra le vicende di cinque ragazze americane che lasciano gli Stati Uniti, con l’intento di riuscire a trovare marito all’interno delle più pudiche e raffinate corti londinesi. Quindi, se le dinamiche di corte possono essere considerate il vostro guilty pleasure, questa serie fa proprio al caso vostro. Con toni sicuramente più crudi, la serie corale mette in evidenza tutte quelle problematiche che invece Bridgerton ci mostra attraverso i così chiamati “rose-tinted glasses”. Con rimarchevoli scelte anche a livello di colonna sonora, The Buccaneers ci tira fuori con la forza dai nostri Wildest Dreams, con lo scopo unico di mostrarci quanto pericolosa possa essere, soprattutto per le ragazze del secolo, la possibilità di diventare Nothing New. Ci viene dunque mostrata una storia che, pur con le sue ovvie incongruenze storiche, non fa fatica ad apparire ai nostri occhi come quasi più vera.
The Crown (2016-2023)
Al sedicesimo posto tra le 100 serie migliori del XXI secolo secondo la BCC, le sei stagioni di The Crown sono dedicate al racconto della vita della regina Elisabetta II dal 1947 al 2005. Ritorniamo nuovamente all’interno della corte inglese, anche se in questo caso con giusto un centinaio di anni di scarto. Gli affari reali, come abbiamo visto anche nello spin-off La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton hanno sempre dimostrato di saper catturare l’interesse del pubblico. Ancora di più in questo caso, dal momento in cui le vicende narrate, anche se ovviamente drammatizzate, sono tutte quante realmente accadute.
The Great (2020-2023)
Sempre di produzione statunitense è The Great, la serie che narra l’ascesa al trono dell’imperatrice Caterina II di Russia. Se anche voi vi siete lasciati conquistare dalla dinamica enemies-to-lovers della seconda stagione tra Anthony e Kate, l’implacabile voglia dell’imperatrice di uccidere suo marito non potrà sicuramente non stuzzicarvi. Unico avvertimento, i coltelli in questa serie non sono adibiti solo al taglio delle torte. Dopotutto, quando le proprie aspettative vengono profondamente deluse, cosa più di un omicidio può aiutare a colmare quell’insopportabile sensazione di insoddisfazione? Caterina ne sa sicuramente qualcosa, soprattutto dopo aver scoperto che in Russia, se l’imperatore muore, è la moglie ad ereditare l’intero controllo del regno.
Jane Austen e il cinema
Spostandoci dalla serialità alla cinematografia, è sicuramente necessario nominare gli adattamenti dei romanzi dell’amata scrittrice inglese Jane Austen. Emma, sia nella sua versione del 1996, che in quella più recente del 2020; Ragione e Sentimento del 1995; L’abbazia di Northanger del 2007; Persuasione nella sua versione del 1995 per gli amanti dei classici, e nella moderna trasposizione del 2022, che con la costante rottura della quarta parete si rivolge soprattutto ad un pubblico appartenente alla Generazione Z; Ultimo, ma non per importanza, Orgoglio e Pregiudizio, classico senza tempo realizzato nel 2005.
Marie Antoinette (2006)
In conclusione, sempre per gli amanti del lusso e dei sontuosi costumi dell’epoca Rococò, consigliamo la visione di Marie Antoinette, film del 2006 di Sofia Coppola. Rivisitazione pop (proprio come Bridgerton) dei drammi della regina Maria Antonietta, in continuo movimento tra la sfarzosa corte di Versailles e la più modesta residenza del Petit Trianon. Tra matrimoni non consumati, svaghi raffinati e relazioni adulterine, ci risulta comunque impossibile il non supportare ogni colpa o peccato commesso dalla protagonista, arrivando addirittura quasi a giustificarla. Dopotutto, in questa sede “we support women’s rights and mostly women’s wrongs”.
