Il nome di Oliver Stone fa riferimento a una filmografia in relazione con la storia degli Stati Uniti. Non è certamente il primo che fa di questa poetica il suo marchio di fabbrica: l’America è infatti paese ricco di aneddoti, e anche altri registi hanno affrontato lo stesso percorso, come Martin Scorsese e la nascita degli USA (Gangs of New York, Killers of the Flowers Moon), Adam McKay e l’ economia e politica statunitense (La Grande Scommessa, Vice-L’uomo nell’ombra), per passare a Sergio Leone e Kevin Costner, che hanno sviscerato le origini della Frontiera americana (la Trilogia del Dollaro, Balla coi lupi). Oliver Stone si pone su questa linea d’onda, attraverso film che però intendono raccontare il lato più oscuro e contraddittorio dell’America, come quello legato al conflitto statunitense in Vietnam, e alle controversie politiche. Nell’augurare a Oliver Stone buon 78° compleanno, ecco un rapido excursus della sua illustre carriera.

Il rapporto di Oliver Stone con la guerra del Vietnam
Il regista statunitense è stato davvero un reduce di guerra dal Vietnam, al quale ha preso parte come soldato dal 1967 al 1968. Certamente l’esperienza bellica in Vietnam è stata per il regista un trauma, ma è stata anche grande fonte d’ispirazione per la prima parte della sua carriera. Tra i titoli di Oliver Stone, che hanno come tema la guerra vietnamita e l’esperienza dei soldati, rientrano Platoon del 1986, autentica biografia delle vicissitudini del regista durante il suo anno in guerra, e Nato il 4 luglio del 1989, un biopic sulle esperienze traumatiche del veterano di guerra Ron Kovic (Tom Cruise), rimasto paralizzato durante il conflitto e, una volta tornato in patria, divenuto pacifista. Da queste due pellicole emerge chiaramente il tema del rifiuto di ogni tipo di guerra, dovuto alle reali esperienze di vita del regista, le quali lo hanno portato a diventare un sostenitore per la pace.
JFK, Nixon e Wall Street: il ritratto dell’ipocrisia USA
Oliver Stone ha raccontato anche gli aspetti politici ed economici enigmatici e all’oscuro di tutti, aprendo dibattiti e attirandosi una schiera di critici che gli hanno sempre polemizzato uno stile poetico cinico e senza filtri. Basti pensare al film JFK-Un caso ancora aperto del 1991, con protagonista Kevin Costner nei panni del procuratore distrettuale Jim Garrison, il quale ha dedicato la sua vita a cercare la verità riguardo all’ assassinio dell’ex Presidente John Kennedy e a porre quindi in discussione l’ipotesi del vero colpevole. Anche il film Gli Intrighi del potere-Nixon del 1995 con Anthony Hopkins è un esempio. Lo stesso vale anche per i due film che raccontano le dinamiche dei broker di Wall Street. I due film hanno sempre come protagonista il famigerato uomo d’affari Gordon Gekko (Michael Douglas), personaggio senza scrupoli e divenuto archetipo narrativo per i successivi film legati al mondo della finanza.
