«Un’idea. Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla».
L’idea è come un virus che può essere estirpato dalla mente, in modo da non influenzarla, proprio come se fosse la causa di una malattia. Si tratta proprio di un furto, realizzato da un team di ladri altamente specializzati, che si comportano proprio come dei globuli bianchi che combattono un’infezione. Ma cosa potrebbe succedere se al posto di estrarre un’idea si dovesse immetterne una nuova all’interno del subconscio? Ce lo insegna Inception, il film testamento di Nolan che compie oggi 14 anni dalla sua prima uscita nelle sale italiane.

Trama
Dom Cobb svolge un lavoro particolare: entra all’interno del subconscio umano per estrarre l’idea dalla mente del soggetto. Accusato ingiustamente di aver ucciso la moglie e bandito dagli Stati Uniti dove si trovano i suoi due figli, a Dom viene offerta la possibilità di ritornare a casa: su incarico di un potente magnate giapponese, deve infatti compiere un innesto, ossia immettere un’idea all’interno del subconscio di un rivale in affari del suo nuovo datore di lavoro. Sembra un’impresa impossibile ma insieme a una squadra di professionisti farà di tutto per completare la missione e tornare a casa.
Gli hacker del mondo onirico
Quello svolto da Dom Cobb e dal suo team è un lavoro affascinante: l’idea di poter entrare nel mondo onirico di un altro soggetto desta una certa curiosità in ognuno di noi. I protagonisti di Inception hanno la fortuna di poter inserirsi nei meandri più profondi della mente umana ma il loro lavoro «non è strettamente legale». Dom e i suoi colleghi sono infatti dei veri e propri hacker nel mondo dei sogni, rubano informazioni top secret, conoscono a fondo la personalità del soggetto, i suoi dati personali, i suoi legami relazionali, ma più di tutto vengono a conoscenza dei segreti più reconditi di un essere umano, dei suoi desideri e delle sue repulsioni.
Il condizionamento umano nel mondo reale
L’ideale di poter inserire un’idea specifica all’interno del subconscio umano presenta riferimenti e similitudini con la realtà. Il condizionamento è possibile, ed è stato ampiamente dimostrato attraverso il famoso esperimento di Pavlov. Ma anche l’uomo ha dato prova, in passato e tuttora, di poter essere facilmente influenzabile: il lavoro dei ladri in Inception è infatti paragonabile alle attività propagandistiche svolte all’interno dei regimi totalitari, condizionando facilmente un’intera popolazione, così come l’indottrinamento delle varie credenze religiose. Ci sono casi anche meno conosciuti come il suicidio di massa di Jonestown avvenuto nel 1978, dove il pastore Jim Jones è riuscito a convincere più di 900 adepti a togliersi la vita. Ma tentativi di condizionare il prossimo li stiamo vivendo anche oggi grazie al lavoro svolto dagli influencers, dall’ingerenza dei social e delle campagne di marketing pubblicitarie.
Si può sconfiggere la morte con il ricordo?
Dom Cobb non è solo l’Arsenio Lupin del mondo onirico, ma è un uomo che vive un profondo conflitto interiore, ossia la colpa di aver causato lui stesso la morte della moglie grazie a un innesto. Per questo Dom ha deciso di sconfiggere la mancanza della moglie nel mondo reale creando una prigione di ricordi in cui sognarla, stare “virtualmente” accanto a lei. Ma anche la nuova tecnologia ci insegna tuttavia come i defunti possano tornare in vita nel mondo social, grazie alla sopravvivenza di foto, video e post che ne mantengano vivo il ricordo. E ora che l’intelligenza artificiale sta prendendo sempre più piede, la morte può essere davvero sfidata per la prima volta.
«Pensaci bene. Tu non credi più in una sola realtà, ammettilo»
In Inception i confini tra realtà e sogno sono strettamente collegati, e solo l’utilizzo di un totem permette ai protagonisti di capire se sono effettivamente nel mondo reale. Lo stesso vale per noi, convinti sempre più dal nostro totem, il telefono, di poter evadere dalla realtà ed entrare in un mondo alternativo, quello dei social. Infatti il mondo virtuale sta diventando sempre più importante di quello fisico, una realtà in cui le persone passano molto più tempo e al quale dedicano una maggiore attenzione, trascurando di fatto l’immagine che offrono nel mondo reale. Il mondo social diventerà la nostra nuova realtà?
