Capitolo IX – il cinema fantastico: Il gabinetto del dottor Caligari (1920)

Fin dagli albori del cinema, il genere fantastico è stato uno dei più affascinanti e sperimentali. Esso infatti è in grado di sfruttare al massimo le potenzialità tecniche ed espressive del nuovo mezzo. Il regista Georges Méliès fu uno dei primi a buttarsi sull’arcano e il sovrannaturale utilizzando effetti innovativi come sovrapposizioni e dissolvenze. In seguito l’immaginario fantastico attecchì nel contesto culturale e storico, dando vita a moltissime opere. Di conseguenza con il cinema muto si svilupparono molte figure iconiche come Frankenstein, il lupo mannaro e il vampiro. In questo scenario emerge Il gabinetto del dottor Caligari del 1920, diretto da Robert Wiene. Caratterizzato dalle scenografie distorte e la recitazione iperstilizzata, il film incarna perfettamente quel senso di paranoia e alienazione che si percepiva in quegli anni.

Una panoramica sul film

Scene chiave

  1. Il gabinetto: il dottor Caligari rivela Cesare dentro al suo stanzino, che ricorda una bara. Il sonnambulo era stato truccato come uno zombie e teneva gli occhi sbarrati.
  2. La profezia: in questa scena il migliore amico di Francis chiede a Cesare quanto gli resta da vivere e quest’ultimo gli dà una risposta inquietante: “Fino a domani all’alba”.
  3. Inseguimento sui tetti: Cesare rapisce Jane e la trascina per i tetti della città. Viene inseguito dal protagonista e da una folla armata di fiaccole.

Caligarismo ed espressionismo

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