Fin dagli albori del cinema, il genere fantastico è stato uno dei più affascinanti e sperimentali. Esso infatti è in grado di sfruttare al massimo le potenzialità tecniche ed espressive del nuovo mezzo. Il regista Georges Méliès fu uno dei primi a buttarsi sull’arcano e il sovrannaturale utilizzando effetti innovativi come sovrapposizioni e dissolvenze. In seguito l’immaginario fantastico attecchì nel contesto culturale e storico, dando vita a moltissime opere. Di conseguenza con il cinema muto si svilupparono molte figure iconiche come Frankenstein, il lupo mannaro e il vampiro. In questo scenario emerge Il gabinetto del dottor Caligari del 1920, diretto da Robert Wiene. Caratterizzato dalle scenografie distorte e la recitazione iperstilizzata, il film incarna perfettamente quel senso di paranoia e alienazione che si percepiva in quegli anni.

Una panoramica sul film
Il gabinetto del dottor Caligari è sicuramente un caposaldo del cinema espressionista e fantastico. La pellicola inizia con il giovane Francis che racconta ad un vecchio nevrotico la storia del dottor Caligari. Quest’ultimo si era recato alla fiera della cittadina di Holstenwall portandosi dietro il sonnambulo Cesare come un fenomeno da baraccone. Il dottore sosteneva che Cesare avesse il dono di prevedere avvenimenti nefasti. In realtà, era lo stesso Caligari a manipolare il sonnambulo per compiere gli omicidi. Francis racconta di come la sua fidanzata Jane era stata presa di mira e di come lui avesse fatto di tutto per salvarla. Il colpo di scena finale avviene quando scopriamo che Francis non è altro che un pazzo rinchiuso in manicomio e che tutto il racconto è quindi frutto della sua fantasia. Lo scopo della pellicola era quello di denunciare la realtà folle e ipocrita dell’epoca e di sconcertare i gusti borghesi. Le scenografie di Carl Mayer e Hans Janowitz erano volutamente irreali, con ombre dipinte e prospettive distorte, perfettamente studiate per mettere a disagio lo spettatore.
Scene chiave
Il gabinetto del dottor Caligari presenta quattro scene chiave:
- Il gabinetto: il dottor Caligari rivela Cesare dentro al suo stanzino, che ricorda una bara. Il sonnambulo era stato truccato come uno zombie e teneva gli occhi sbarrati.
- La profezia: in questa scena il migliore amico di Francis chiede a Cesare quanto gli resta da vivere e quest’ultimo gli dà una risposta inquietante: “Fino a domani all’alba”.
- Inseguimento sui tetti: Cesare rapisce Jane e la trascina per i tetti della città. Viene inseguito dal protagonista e da una folla armata di fiaccole.
Il visionario: sul finale scopriamo che la storia è tutto frutto della mente del protagonista, ricoverato in manicomio. Tuttavia il luccichio nello sguardo del direttore del luogo, Caligari, ci lascia con un dubbio inquietante.
Caligarismo ed espressionismo
Questo film ha influenzato profondamente l’immaginario del genere fantastico, tanto che i critici dell’epoca hanno coniato il termine “caligarismo” per descrivere una specifica corrente della cinematografia tedesca anni ‘20. Quest’ultima era strettamente legata all’espressionismo artistico di Wassily Kandinsky e Franz Marc. Derivato dai fondali teatrali di Il gabinetto del dottor Caligari (1920), il caligarismo influenzò film come Nosferatu (1922) di F.W. Murnau, girato in esterni, e Il Golem (1920) di Paul Wegener, con scenografie complesse.
