«Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita»
Così il professor John Keating esortava i propri studenti a prendere in mano la propria vita e a crearsi una strada per il futuro, senza condizionamenti esterni. Solo assaporando ogni momento per se stessi, cogliendo quell’attimo che poi fugge, nasce l’autoconsapevolezza della scelta. L’attimo fuggente è film di formazione non prettamente scolastico (seppur ambientato in un collegio), ma profondamente umano, che porta il fruitore a considerare il valore recondito della libertà e dell’indipendenza. Il successo del film fu infatti strepitoso per l’epoca, elogiato per l’interpretazione di Robin Williams nei panni del professor Keating, ma soprattutto apprezzato per la sincerità con la quale è riuscita a raccontare un bisogno umano che non dovrebbe mai essere annientato. E noi vogliamo rendere omaggio a questa piccola perla del cinema, che oggi compie i suoi 35 anni dall’esordio in sala.

Trama
Sul finire degli anni Cinquanta, il professore di letteratura John Keating viene trasferito per insegnare in un collegio maschile del Vermont. L’approccio del docente si rivela subito anticonvenzionale, portando gli allievi a considerare la poesia in maniera del tutto personale ed esortandoli a “cogliere l’attimo” per seguire i propri sogni. Lo stile formativo di Keating ammalierà gli studenti, portando addirittura alcuni di loro a scoprire nuove passioni e a fondare un circolo esclusivo letterario. Ma la rigidità e il conformismo delle famiglie degli studenti e del preside del collegio porteranno la classe e lo stesso professore a lottare per i propri ideali.
Una scuola anti-formativa
Il collegio maschile di Wenton, capitanato dal preside Nolan, è la più grande prigione per uno studente, una gabbia istituzionale capace di togliere ogni desiderio e ideale di speranza. L’alunno così non riuscirà mai a cogliere il suo attimo. Le materie all’interno dell’istituto, soprattutto la poesia, vengono affrontate in maniera scientifica e spersonalizzante, svuotando tutto il senso di creatività e libertà che caratterizza le più grandi opere di Shakespeare e Keats. Così facendo il collegio, anziché ergersi come centro di formazione per i ragazzi, diventa un carcere di detenzione dello spirito umano, creando di conseguenza dei futuri uomini privi di desideri. E dove mancano questi elementi, non può esistere l’uomo libero.
Capitano, o mio Capitano
Fortunatamente, a risollevare le sorti di questo carcere istituzionale del Vermont, arriva il professor Keating, l’angelo che deve custodire e instradare l’animo degli studenti sperduti. Deve diventare il loro “capitano”, guidandoli alla rivolta del conformismo e dell’ipocrisia borghese. Il docente è il portavoce di tutti coloro che criticano (giustamente) un sistema scolastico retrogrado e mai veramente utile ai fini della crescita di un ragazzo, dove ciò che conta è esclusivamente il risultato di una pagella, o l’insegnamento pedante, o l’immagine che l’istituto offre per ricevere finanziamenti. Un problema quanto mai attuale e problematico. Facile ravvisare come il professor Keating, quindi, si faccia carico di dare il vero insegnamento per un adolescente, ritenuto paradossalmente inutile a detta dei genitori, ossia esplorare il senso umano del ragazzo, capire nel profondo le sue reali passioni, portarli ad amare.
La Setta dei Poeti Estinti
Il circolo letterario “clandestino” creato dagli studenti rappresenta la volontà di contrastare il potere ipocrita delle istituzioni, attraverso il culto della poesia. La Setta dei Poeti Estinti si configura, agli occhi del nemico conformista, come una vera e propria associazione a delinquere, una “setta” illegale che pratica esorcismi letterari. Il fatto di essere dei poeti estinti fa inoltre presupporre come il vero valore della poesia sia ormai totalmente caduto nell’oblio, evidenziando l’aridità ideologica dell’uomo contemporaneo. Ma è proprio la poesia il vero viatico per ottenere la libertà umana, attraverso l’estro creativo che permette di raggiungere la massima conoscenza di sé e dei propri bisogni più interiori. Ad esempio il personaggio di Neil Perry, grazie alla poesia e agli insegnamenti di Keating, capisce che la recitazione è la strada che vuole perseguire. Ma si tratta solo di un sogno ad occhi aperti: la poesia e persone come il professor Keating non sono più adeguate alla società, non ci sono più sogni e sognatori, esiste solo l’adeguamento ai bisogni della massa, all’utilità collettiva. E chi non vuole assoggettarsi a questa nuova prospettiva, è destinato a cadere e a non spiccare il volo verso la libertà.
