Scritto, prodotto e diretto dal pioniere francese Abel Gance, Napoleone è uno dei film più rivoluzionari della storia del cinema, e dei suoi codici estetici e linguistici. L’uso innovativo della fotografia e degli effetti speciali, il montaggio all’avanguardia, l’utilizzo della cinepresa a mano, l’uso sapiente dei primi piani e delle sovrapposizioni, rendono il film sul famoso condottiero d’oltralpe un’autentica perla del cinema classico, un’epopea della settima arte.

Una panoramica sul film
La pellicola è un ampio excursus della vita e delle imprese di Napoleone, a partire dagli della fanciullezza del generale còrso, per finire a momenti come il suo ruolo nell’Assedio di Tolone, il periodo del Terrore e la prima Campagna d’Italia. Il film doveva essere il primo episodio di una saga dedicata interamente alle gesta napoleoniche, ma il progetto non andò in porto per i costi e lo scarso successo in sala. La poca attenzione del pubblico portò lo stesso Gance a modificare il film in molteplici versioni, alcune della durata di 5 ore e mezza. Il film è un esempio di virtuosismo tecnico, capace di coniugare il sentimento all’epica: un esempio i primi piani di Napoleone che evidenziano gioia e dolore; la cinepresa che mostra l’estasi delle battaglie. Ma la pellicola funziona anche grazie a una trama che fonde a giuste dosi la comicità, sofferenza, romanticismo ed eroismo.
Scene chiave
Quattro sono le scene chiave che mettono in mostra la potenza cinematografica del film su Napoleone:
1. A cuscinate: un giovane Napoleone Bonaparte sferra una serie di cuscinate agli altri cadetti del collegio perché hanno osato liberare la sua aquila (leitmotiv simbolico dell’eroismo del condottiero). Abel Gance gira questa scena in Polyvision, ossia attraverso l’uso dello schermo tripartito, di cui lo stesso regista fu pioniere.
2. La morte di Marat: la scena della morte di Marat fa in modo che il celebre dipinto del 1793 di Jacques-Louis David prenda vita, nonostante la sua bellezza immobile. Inoltre, il bagliore attorno alla testa di Marat richiama l’idea del martirio.
3 .L’ombra della ghigliottina: Danton è giustiziato e Saint-Just e Robespierre osservano l’ombra della ghigliottina proiettata su un libro che parla di Cromwell.
4. Il tricolore: culmine del film è il trittico, dove viene abbandonato l’utilizzo del bianco e nero per far spazio al tricolore della bandiera francese, simbolo della vittoria di Napoleone durante la Campagna d’Italia. Per girare questa sequenza tripartita, il regista usò scatti multipli e la pellicola colorata a mano.
Il regista
Abel Gance è uno dei maestri indiscussi del cinema classico e la sua vita, nonché il suo periodo di attività, possono essere circoscritti a 4 grandi fasi:
1. 1889-1909: nato a Parigi, il regista lavora inizialmente come impiegato in uno studio legale, anche se già da questo periodo inizia a cimentarsi con il mondo del teatro. Nel 1909 avviene il suo debutto al cinema con Molière, un cortometraggio di Léonce Perret in cui Gance è attore e scenografo.
2. 1910-1915: ottiene un contratto come attore per l’intera stagione al Théatre Royal du Parc di Bruxelles. Nel frattempo scrive anche alcune sceneggiature per il cinema e dirige il film storico La Diga-Per salvare l’Olanda (1911). Ma in questo periodo Gance ha anche l’occasione per sperimentare con i cortometraggi le tecniche di fotografia, ripresa e montaggio.
3 .1916-1926: nel 1919, dopo aver diretto il film drammatico La decima sinfonia (1918), gira Per la patria, pellicola di stampo pacifista in cui inserisce alcune scene di guerra riprese dal vero. Durante un viaggio per gli Stati Uniti, nel 1921 Gance ha l’onore di conoscere di persona Griffith. Nel 1923 gira il film La rosa sulle rotaie.
4. 1927-1981: dopo l’uscita di Napoleone, Abel Gance gira alcuni film sonori per poi riprendere il soggetto di Bonaparte in Napoleone ad Austerlitz (1960). Ma la sua fama è finita già da diversi anni, a causa del flop del film di fantascienza La fine del mondo del 1931. Ma, prima di morire nel 1981, verrà riscoperto dai registi della Nouvelle Vague francese e riportato in auge nel 1979 grazie alla proiezione di una versione restaurata del suo Napoleone della durata di 5 ore.
