«Schindler, diranno…Oskar Schindler ha fatto qualcosa che nessun altro ha mai fatto prima!» (Oskar Schindler)
“Giusto tra le nazioni”, “Il salvatore indimenticabile di 1200 ebrei perseguitati”: queste sono le iscrizioni, rispettivamente in ebraico e in tedesco, sulla lapide dell’imprenditore tedesco Oskar Schindler, morto esattamente 50 anni fa. Quello che fatto Schindler è qualcosa di irripetibile, un vero atto di solidarietà durante il periodo più buio della storia dell’umanità, come quello della Seconda Guerra Mondiale, dove regnava quasi esclusivamente sangue, morte e discriminazione. Oskar Schindler ha infatti salvato più di 1000 vite ebree dallo sterminio della Shoah, usando il pretesto di farli lavorare come personale per lo sforzo bellico presso la sua fabbrica. Il gesto del magnate è passato sicuramente alla storia, e il cinema di certo non si è fatto attendere: Steven Spielberg realizza nel 1993 uno dei suoi film più noti,“Schindler’s List-La lista di Schindler”, un racconto che rende giustizia e omaggio alla figura di Schindler, nel film interpretato da Liam Neeson.

Schindler’s List-La lista di Schindler (1993)
Il film di Steven Spielberg racconta minuziosamente la storia del salvataggio degli ebrei da parte di Oskar Schindler durante la Seconda Guerra Mondiale. La pellicola mostra gli inizi dell’attività imprenditoriale del magnate tedesco, dove prese a lavorare molti ebrei rinchiusi all’interno del ghetto di Cracovia e dei campi di concentramento, compilando la famosa “lista” di coloro che poi riuscì a portare in salvo. Il film racconta anche i rapporti di stretta amicizia di Schindler con gli alti profili delle SS, primo fra tutti Amon Goth (un Ralph Fiennes in stato di grazia), spietato comandante del lager nazista, per barattare le proprie finanze con gli ebrei deportati nei campi di prigionia e portarli nella sua fabbrica. Ma la pellicola è anche il racconto, e ritratto, di uno dei più brutti periodi della storia contemporanea: la Shoah, fatta di soprusi, rastrellamenti e deportazioni, fino alla tragica “soluzione finale”.
Oskar Schindler, il senso di colpa di tutta la Germania
Schindler’s List è sicuramente il film più rappresentativo nel descrivere la figura dell’imprenditore tedesco e della sua storia, l’ideale per chi volesse vedere una pellicola che celebri il suo gesto. Quello di Schindler è un percorso di redenzione e riscatto di un uomo che da fervente sostenitore dell’ideologia nazista, e affarista senza scrupoli, si trasforma nel più grande salvatore del popolo ebraico, nel Mosè che ha condotto i suoi discepoli alla ricerca di una Terra Promessa lontana dalla prigionia. L’imprenditore tedesco è stato colui che ha preso coscienza degli orrori che il suo popolo ha avuto il coraggio di eseguire, e che, nonostante il gesto umanitario, si è sentito di non aver fatto abbastanza per ripagare i peccati commessi: «Avrei potuto farne uscire altri…Avrei potuto salvarne altri». La figura individualista di Schindler è destinata a rappresentare anche una nazione intera (quella della Germania), costretta a fare un’analisi delle barbarie commesse.
Schindler raccontato da Spielberg
La pellicola di Steven Spielberg è ispirata al romanzo “La lista di Schindler” scritto da Thomas Keneally, il quale ha potuto ascoltare le testimonianze di alcuni dei “sopravvissuti” salvati da Schindler. Il film non fa da meno, poiché si configura anch’esso come testimonianza, in stile documentaristico: riprese in bianco e nero, camera a mano, no ad artifici tecnici. Il tutto per creare un’atmosfera pura e senza tempo e senza spettacolarizzare frangenti della narrazione, anche perché “lo spettacolo” è dato già dal periodo. Tanti sono infatti i momenti del film in cui siamo messi a dura prova, come i rastrellamenti del ghetto, le uccisioni a colpi di cecchino di Goth, le violenze del lager. Ma Spielberg è stato anche capace di infondere a uno stile il più possibile reale elementi simbolici a colori: le candele, il cappotto rosso della bambina, il cordoglio dei sopravvissuti presso la tomba di Oskar Schindler.
