Blade Runner, come Ridley Scott ha creato il cyberpunk

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione…e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. É tempo di morire» (Roy Batty)
Cult assoluto degli anni Ottanta diretto da Ridley Scott (al suo terzo lungometraggio della carriera dopo I Duellanti e Alien), in grado di coniugare alla perfezione la fantascienza con elementi tipici del neo noir (l’anti eroe ambiguo, la femme fatale sfuggente), Blade Runner esordiva oggi nelle sale italiane 42 anni fa. Inizialmente poco considerato dalla critica e dal pubblico per via della complessità tematica e del ritmo poco incalzante, il film è stato nel tempo rivalutato in positivo grazie anche alle director’s cut dello stesso Ridley Scott. Blade Runner ora può essere considerato uno dei migliori sci-fi della storia del cinema, capace di influenzare i codici espressivi e narrativi di un intero filone.

Trama

Le basi del successo di Blade Runner

L’uomo e la macchina, qual è la differenza?

La clonazione umana, qual è lo scenario?

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