«Londra. Una stanza d’albergo. Il sogno di farcela. La partita dell’Italia ai Mondiali. Il WiFi che non funziona…»
Questo l’incipit dello spettacolo teatrale The Joyce Audition, con Angelica Cacciapaglia come protagonista e Riccardo Mini nella doppia veste di autore e regista dell’opera. A completare il cast dello spettacolo gli interpreti Stefania Lo Russo e Mario Migliucci. La rappresentazione andrà in scena il 29 e 30 ottobre al Teatro Lo Spazio di Roma, attraverso uno spettacolo dalla doppia valenza linguistica dell’italiano e dell’inglese, e che intende esplorare e analizzare nel profondo i rapporti di coppia, il senso di inquietudine che attanaglia le nuove generazioni, ma anche l’Italia di oggi. Lo spettacolo compie questo excursus prendendo come massimo punto di riferimento la poetica di James Joyce, e portando il pubblico a (ri)scoprire uno dei padri della letteratura moderna, grazie a una messa in scena e a un’interpretazione delle sue opere fortemente attuale, “al passo con i tempi”, e accessibile soprattutto al grande pubblico, forse poco avvezzo nel comprendere veramente lo stile e la visione dello scrittore irlandese.

Sinossi
Una coppia di attori emigrati a Londra in cerca di fortuna si sta preparando a un provino per una produzione inglese di Exiles dello scrittore James Joyce. Tra situazioni a tratti comiche e momenti di confronto suscitati dal dramma a cui stanno lavorando, sarà l’arrivo sulla scena di un misterioso terzo personaggio a costringere i due attori ad affrontare il proprio vissuto individuale e di coppia, mettendo in discussione se stessi e i propri sogni, uscendone profondamente trasformati.
Perché vederlo?
The Joyce Audition, già presentato a Milano, ha ottenuto un ottimo riscontro da parte sia della critica che del pubblico. La “nuova” messa in scena che vedremo al Teatro Lo Spazio di Roma non sarà da meno, attraverso uno spettacolo che unisce in egual misura le parti squisitamente comiche e divertenti, a quelle drammatiche e che vogliono portare il pubblico maggiormente alla riflessione. Ma il vero tocco magico che ci regala questa rappresentazione è dato dall’uso di un linguaggio metateatrale che ci immerge direttamente in un “teatro dentro al teatro”, in questo caso quello di James Joyce. Infatti, come suggerisce il titolo stesso, l’audizione al quale i protagonisti vogliono partecipare è tratto da un’opera teatrale dello stesso scrittore irlandese, l’Exiles, che aveva composto quando si trovava a Trieste. Ma a rendere lo spettacolo teatrale un “omaggio” a Joyce non è solo il testo di riferimento, ma anche la stessa poetica e vissuto dello scrittore, che vengono traslati all’interno della storia di The Joyce Audition e incarnati dalla coppia: infatti, allo stesso modo di Joyce, che si riteneva un esiliato dalla sua amata Irlanda e che era continuamente alla ricerca di un’identità “al di fuori” della sua terra natìa, anche i due protagonisti stanno cercando il loro posto nel mondo in un luogo che non è la loro casa.
E per quanto James Joyce sia lontano dalla nostra epoca, lo spettacolo al quale assisteremo (re)interpreta la sua scrittura in una chiave che mette in luce i problemi della società contemporanea, soprattutto quelli più intimi e viscerali, come il già citato senso di inquietudine delle nuove generazioni nel trovare una propria identità e personalità, al passo con le frenesie e i (dis)valori della modernità, ma anche la concezione attuale della “coppia”, alla ricerca anch’essa (come se fosse un singolo individuo) di una propria stabilità che può essere facilmente messa alle strette da un elemento estraneo, come il misterioso terzo personaggio che vedremo in scena. Gli attori ci porteranno, con le loro interpretazioni, dentro a questo mondo poetico (e allo stesso tempo profondamente umano) fatto di situazioni esilaranti e paradossali, ma anche intime e malinconiche, che culmineranno nel coup de théâtre finale.
