Un pò Tony Soprano e un pò Ciro di Marzio, questo è sostanzialmente Oswald “Oz” Cobblepot, il protagonista della nuova serie HBO The Penguin. Acclamata dalla critica e dal pubblico, lo spin-off del film del 2022 The Batman ha convinto davvero tutti, e non solo per le atmosfere dark, le interpretazioni del cast e il world design della città di Gotham, ma soprattutto per la costruzione del protagonista Oz, meglio conosciuto come il Pinguino, reso al meglio da un Colin Farrell semplicemente perfetto, capace di delineare un gangster atipico e fuori dal comune.

Trama
Dopo gli eventi di The Batman, in cui il Cavaliere Oscuro è riuscito a sconfiggere i piani dell’ Enigmista e il boss della malavita Carmine Falcone è stato assassinato, all’interno della criminalità organizzata di Gotham regna un vuoto di potere. In questo clima di instabilità il protagonista Oz, braccio destro dell’ex boss defunto, decide quindi di volersi prendere il trono della malavita, ma dovrà fare i conti con Sofia Falcone, la figlia di Carmine, ritornata in città dopo essere stata ricoverata per 10 anni presso l’istituto psichiatrico di Arkham.
Il Pinguino, il vero punto di forza della serie
Oz è un personaggio davvero difficile da interpretare, per via del suo carattere ambiguo e mellifluo, il che lo rende una mina vagante della criminalità organizzata, capace di cambiare continuamente le carte in tavola dei piani malavitosi a Gotham. Il Pinguino è un uomo dalle mille sfaccettature, dalle molteplici deformità e ferite, non solo fisiche, ma anche interiori: uno storpio dal viso sfregiato, simbolo di menomazione e di difetto (nella società e nel mondo criminale), che si riflettono anche nell’animo del personaggio. Oz è l’incarnazione perfetta dell’anti eroe freak, dell’emarginato dal passato tragico e povero, che desidera ardentemente il riscatto, il potere, ma soprattutto il rispetto. Il protagonista di The Penguin, un gangster “senza bandiera”, è certamente il vero punto di forza della serie, creando un personaggio a tratti vile e crudele, ma che sa dimostrarsi anche magnanimo e protettivo verso chi ama. Il Pinguino, per quanto sia riconducibile al generico criminale doppiogiochista e senza scrupoli, non è possibile circoscriverlo a una categoria precisa, perché nasconde dentro di sé un’umanità fragile e contraddittoria, comune in ognuno di noi.
Una Gotham senza il suo giustiziere
Anche a livello scenografico la serie ha fatto del suo meglio, creando un’ambientazione che è perfetta estensione del prodotto di riferimento, il The Batman diretto da Matt Reeves. In The Penguin, Gotham non è cambiata rispetto alla pellicola: l’atmosfera dark e fatiscente della città è il corrispettivo ambientale della società che vive all’interno della serie, un melting pot fatto esclusivamente di criminali e indigenti, in cui la scala dei valori è ormai diventata più una traccia che un punto di riferimento al quale sottostare. Non ci sono regole, non esiste neanche la concezione di famiglia in quanto nido e rifugio sicuro, ma soltanto le scelte anarchiche dei singoli che popolano la città di Gotham. Quello che vediamo è una lotta darwiniana, fatto di contorti giochi di potere e continui tradimenti, un luogo perfetto per il carattere arrivista del Pinguino. Chissà come sarebbe stato The Penguin se ci fosse stato anche Batman.
Il cast
Menzione speciale deve andare anche al cast della serie, che sono stati perfetti dal primo all’ultimo, a partire da Rhenzy Feliz che interpreta il giovane Victor, il fidato braccio destro di Oz, fino a Clancy Brown, nei panni del boss Salvatore Maroni. Ma a svettare su tutti sono sicuramente i due attori protagonisti, Colin Farrell e Cristin Milioti, rispettivamente il Pinguino e Sofia Falcone, regalandoci due interpretazioni memorabili, capaci di farci entrare direttamente nel cuore dei loro personaggi.
