«Qui tra noi c’è qualcuno che non è quello che sembra»
Teso, claustrofobico, glaciale: una vera perla del cinema anni Ottanta. Era il 25 novembre 1982 e nelle sale italiane il pubblico ha avuto il pregio di vedere per la prima volta La Cosa, un autentico capolavoro del fanta horror. Chi lo avrebbe mai detto a quei tempi, quando l’horror era ancora considerato un genere di serie b, considerando che il film non ebbe all’epoca il successo sperato, a causa anche del pubblico che preferiva alieni “buoni” come ET. Diretto da John Carpenter e con protagonista un giovane Kurt Russell, il film è stato capace, seguendo la scia di altre pellicole come Alien e Lo Squalo, di coniugare gli stilemi dello sci-fi con le atmosfere tipiche del cinema dell’orrore, non solo a livello di messa in scena, ma soprattutto dal punto vista tematico, creando anche numerosi spunti di riflessione e di analisi filosofica. La pellicola è diventata nel tempo un intramontabile del genere, creando un nutrito numero di appassionati e ha generato un prequel uscito nel 2011, purtroppo non paragonabile al suo predecessore. D’altronde, raggiungere quel livello era quasi impossibile.

Trama
Un gruppo di ricercatori di una base americana di stanza in Antartide scopre tra i ghiacci una misteriosa creatura aliena, una sorta di parassita in grado di mutare continuamente e di assumere le sembianze di qualsiasi forma di vita, compreso l’essere umano. Gli scienziati dovranno quindi lottare anche contro i loro stessi colleghi, e questo farà in modo di creare un forte senso di paranoia fra i membri del gruppo, che non si fideranno più di nessun altro.
La paura del diverso
La Cosa colpisce soprattutto per la portata tematica celata nel sottotesto, una paura del diverso che affonda le radici nel tessuto sociale dell’epoca: il fatto che l’alieno assuma le identità di colleghi e amici, non fa che portare i protagonisti in un turbine di incertezza e diffidenza che si trasforma tragicamente in odio, e che porta inevitabilmente alla morte. Nel film viene a mancare totalmente la fiducia nel prossimo, conducendo tutti i personaggi all’auto isolamento (un senso di claustrofobia non solo interiore, ma che si esplicita anche a livello scenografico nei suoi spazi stretti e senza luce) e a uccidere anche chi potrebbe non essere caduto vittima delle mutazioni del parassita. I parallelismi con la società degli anni Ottanta sono palesi: sono stati gli anni della Guerra Fredda tra USA e Unione Sovietica, dove la paura del comunismo da una parte, e del capitalismo dall’altra, ma soprattutto del nucleare, hanno alimentato in quel periodo un clima subdolamente paranoico; erano anche gli anni in cui il problema del razzismo, “di ciò che è diverso”, era appena circolato tra le bocche della gente: le vessazioni e la xenofobia nei confronti degli extracomunitari (in primis afroamericani) erano giunti all’apice della violenza.
E voi lo sapevate?
La Cosa porta con sé anche molte curiosità che probabilmente solo i fan più accaniti conoscono, quali sono?
1. Nelle scene splatter e dal contenuto gore sono stati utilizzati un mix di elementi come chewing gum riscaldati, gelatina, maionese, addensanti vari, marmellate, insieme a materiali sintetici come lattice, vetroresina e metalli.
2. La colonna sonora del film venne affidata al maestro Ennio Morricone, dopo che il suo collega Jerry Goldsmith rifiutò l’incarico.
3. Nick Nolte e Jeff Bridges erano stati considerati per la parte del protagonista MacReady, ruolo che andò poi a Kurt Russell.
4. Nella pellicola non ci sono personaggi femminili.
5. Il film è quello che il regista John Carpenter considera il primo capitolo della “trilogia de l’Apocalisse”, seguito da Il Signore del Male e Il Seme della Follia.
6. Nella scena cult dell’autopsia vennero usati veri organi animali.
7. Ad inizio film si sente una frase in norvegese, che è un vero e proprio spoiler di tutto il film: «Non è un cane, è una specie di Cosa».
